Valpolicella Ripasso DOC Superiore SANTA SOFIA
Zona di produzione
Vigneti di collina con terreni di medio impasto tendenti al calcareo, situati tra i comuni di Marano di Valpolicella, Fumane, San Pietro in Cariano.
Varietà delle uve
Corvina e Corvinone (70%), Rondinella (30%).
Resa
Ogni 100 chili di uva si producono circa 70 litri di vino.
Vinificazione
Diraspatura e pigiatura soffice delle uve.
Macerazione: circa 10 giorni in acciaio inox.
Tecnica del Ripasso: 3 giorni di macerazione-rifermentazione del vino Valpolicella sulle vinacce di Amarone e Recioto.
Affinamento
9 mesi in botti grandi da 50hl di rovere di Slavonia.
Circa 6 mesi in bottiglia.
Dati analitici
Alcool 14% Vol.
Acidità totale 5,5-6 g/l
Zucchero residuo: 4 g/l
Descrizione organolettica
Di un bel rubino rosso, limpido e assai brillante, con unghia rubino-granata di ottima tenuta, ha naso deciso, con ricordi di amarene sotto spirito, prugne secche, pot pourri di fiori secchi, sottobosco, chiodi di garofano, rovere pregiato, cannella e radice di liquirizia: un profilo olfattivo ampio, avvolgente e aristocratico. In bocca mostra concentrazione, una texture tannica setosa e vellutata, un’acidità molto dinamica e un calibrato calore alcolico; di notevole intensità gustativa, chiude lungo e pulito.
Temperatura di servizio
14-16° C.
Abbinamenti gastronomici
Versatile negli abbinamenti, accompagna pasta con sughi di carne, formaggi semi stagionati e salumi. Colto a un buon grado di evoluzione, sa dare il massimo in abbinamento a pollame nobile come cappone e faraona, arrosti di vitello, costine di maiale con crauti e cotoletta alla milanese.
Longevità
6-8 anni.
Curiosità
La DOC nasce solo nel 2010, la storia del Ripasso parte da molto lontano. La tecnica enologica utilizzata è di lunga ed esclusiva tradizione in Valpolicella: si ottiene dal “ripasso” del vino Valpolicella sulle vinacce fermentate delle uve appassite utilizzate per la produzione di Amarone e Recioto. In origine il Ripasso consisteva in un veloce passaggio del Valpolicella d’annata sulle vinacce; in seguito, si capì che un contatto prolungato con le vinacce ancora piene di succo, zuccheri e lieviti portava all’innesco di una seconda fermentazione e a un arricchimento del vino in colore, struttura, tannini, glicerina, profumi.
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